Introduzione
La decorazione murale, che comprende le
rappresentazioni figurate e l'inquadramento ornamentale e
illusionistico mediante finte architetture e stucchi, ha avuto nel
Seicento e nel Settecento uno straordinario sviluppo in Toscana.
A Firenze, in particolare, si può
ripercorrere la storia di questa specifica espressione artistica. Essa
ebbe un momento centrale ed innovativo nella decorazione di alcuni
appartamenti di Palazzo Pitti, voluta dal granduca Ferdinando II de'
Medici a partire dagli anni trenta del Seicento, che vide protagonisti
Pietro da Cortona e i bolognesi Agostino Mitelli e Angelo Michele
Colonna.
Nonostante la chiamata a Firenze di questi rivoluzionari
artisti, veri iniziatori della moderna pittura parietale, monumentale e
illusionistica, la capitale del granducato vantava in questo genere
decorativo una consolidata tradizione che, partendo dalle decorazioni a
grottesca del primo corridoio degli Uffizi, dai cicli profani di Andrea
Boscoli e dalla rilevante produzione ad affresco di Bernardino Poccetti, arrivava, attraverso Matteo Rosselli e la sua scuola, a Giovanni da San Giovanni.
Una compatta schiera di artisti toscani -
tra i quali Baldassarre Franceschini, detto il Volterrano, Jacopo
Chiavistelli e i suoi allievi, Anton Domenico Gabbiani, Pier Dandini,
Alessandro Gherardini e altri, operativi in specifici settori (natura
morta, vedutismo, ecc) - ebbe il merito, per quasi due secoli, di
tenere viva e arricchire questa tradizione.
Essa trovò nella committenza
dell'aristocrazia locale - esemplata su quella medicea - ulteriori
occasioni di sviluppo con la decorazione di palazzi e ville,
all'interno dei quali vennero sviluppati anche nuovi filoni
iconografici, come il paesaggio, nelle tante varianti - con
architetture classiche, scene pastorali, ecc. - che avviarono le
premesse del rinnovamento Neoclassico.
Finalità
Metodologia
Luoghi
Curatori
Strumenti